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LA CRISI DEI COSTI ENERGETICI: IN ARRIVO AUMENTI DI PREZZO PER GAS ED ENERGIA ELETTRICA

FAMIGLIE ED AZIENDE IN UNA SITUAZIONE ECONOMICA DIFFICILE

 

Secondo le ultime stime di Nomisma Energia, da gennaio 2022 le famiglie e le aziende italiane subiranno “la nuova stangata” per l’aumento dei prezzi del gas e dell’energia elettrica.

Dal primo gennaio il gas potrebbe arrivare a 1,55 euro al metro cubo con un aumento percentuale del 61%, mentre l’energia elettrica potrebbe avere un costo di 43,8 centesimi al chilowattora con un aumento del 48%.

Per ora queste fosche previsioni non sono state ancora confermate, infatti la decisione finale e definitiva aspetta all’Autorità dell’Energia Arera. Prima della fine dell’anno l’Arera aggiornerà i costi dell’energia elettrica e del gas per i prossimi 3 mesi del 2022.

Il Governo dovrebbe mitigare i paventati aumenti con interventi “salvabollette”.

Le cause dell’aumento del costo dell’energia vanno ricercate nella:

  • Situazione geopolitica del gas russo
  • Spegnimento di alcune centrali nucleari francesi
  • Intermittenza della produzione energetica degli impianti eolici e dalla bassa produzione fotovoltaica invernale

Sul mercato europeo Tft il metano in partite spot si colloca sui 135-140 euro per mille chilowattora e i contratti d’acquisto per i primi tre mesi del 2022 oscillano tra i 100-105 euro per mille chilowattora.

Il prezzo all’ingrosso della corrente elettrica alla borsa elettrica italiana è da svariate settimane sopra i 300 euro per mille chilowattora. I diritti di emissione della CO2 alla borsa europea ETS oscillano fra gli 80 e i 100 euro per tonnellata emessa, che per le centrali elettriche a metano ne consegue un sovraccosto tra i 20 e i 25 centesimi in più al chilowattora.

Secondo una ricerca IpsosGli Italiani e la Povertà energetica” per il 19% delle famiglie ci saranno problemi per il pagamento delle bollette.

Da uno studio di Confindustria Brescia, su un campione di 113 aziende operanti nel settore della ceramica, potranno verificarsi rincari del 231% nei costi del gas e del 166% nel costo dell’energia elettrica. Il presidente di Confindustria Brescia dichiara che esiste il rischio di sospensione delle attività produttive per eccesso di costi e per riduzione della marginalità, nonostante il rialzo del fatturato.

Anche le vetrerie per l’alto consumo di metano e di energie elettrica rischiano pesanti perdite economiche per l’innalzamento dei costi energetici

Nel settore agroalimentare, a causa dell’impennata del costo del gas, si assiste ad aumenti nei prezzi dei concimi, fertilizzanti, nell’alimentazione del bestiame e nel riscaldamento delle serre per fiori ed ortaggi.

Anche il Consorzio Adda Energia di Api Lecco Sondrio si dice preoccupato: dichiara che da gennaio 2022 si rischiano aumenti dell’energia elettrica e del gas fino al 75%. Per molte imprese questi aumenti saranno insostenibili.

Il Consorzio in riferimento al consumo di energia elettrica pone due esempi per far comprendere la rischiosità della situazione attuale:

Esempio 1: azienda media non energivora che consuma 1 GWh di energia elettrica (gigawattora).

Nel 2021 ha pagato 158 €/MWh per un totale annuo di 143.000 euro di spesa per l’energia elettrica.

Nel 2022 pagherà l’energia 231 €/MWh per un totale di 210.000euro l’anno: è un incremento del 46%.

Esempio 2: azienda media energivora che consuma 3.3 GWh.

Nel 2021 ha pagato l’energia 106 €/MWh per un totale annuo di 349.000 euro.

Nel 2022 pagherà 186 €/MWh per un totale annuo di 613.000 euro: è un aumento del 75%”.

La situazione economica attuale potrebbe indirizzarsi in una crisi non temporanea, ma strutturale che obbliga imprese ed enti politici a prendere delle scelte su come rafforzare il sistema di produzione e approvvigionamento energetico. Quindi puntare sulla transazione ecologica delle energie rinnovabili, che però presentano lo svantaggio di essere intermittenti a causa della variabilità delle condizioni climatiche oppure rafforzare la collaborazione con i produttori di energie fossili come la Russia?

PURTROPPO L’ITALIA HA UNA DIPENDENZA ENERGETICA NEI CONFRONTI DEI PAESI ESTERI DEL 77%.

LE POLITICHE ENERGETICHE NAZIONALI DOVREBBERO PERSEGUIRE UN AUMENTO DELL’INDIPENDENZA ENERGETICA. MAGGIORE INDIPENDENZA ENERGETICA SIGNIFICHEREBBE UN MAGGIORE CONTROLLO SUI TASSI DI INFLAZIONE E MAGGIORE PROTEZIONE DELLE AZIENDE ITALIANE, PERMETTENDO LORO MAGGIORI MARGINI DI GUADAGNO.

La crisi energetica dell’Europa e quindi anche dell’Italia, però, è aggravata dalle sempre più tese relazioni internazionali tra Nato e Russia per via della contesa Ucraina. L’Europa importa circa un terzo del proprio fabbisogno di metano dalla Russia, ma quest’ultima sta diminuendo giorno per giorno la sua fornitura dal gasdotto Yamal-Europe. Inoltre, la chiusura di molti impianti nucleari francesi e la forte richiesta di energia elettrica contribuiscono a rendere il quadro politico-economico ancora più inquietante.

Secondo il fisico Aparo von Flue, l’Europa sta mettendo sotto pressione il sistema di produzione e distribuzione dell’energia elettrica. Si sta avvicinando al limite e quindi la possibilità che si verificano crisi diventa sempre elevata. Soddisfare gli eventuali picchi di domanda energetica diventa sempre più complicato, anche a causa dello spegnimento delle centrali a carbone e della riduzione di quelle a olio combustibile. Inoltre, lo sviluppo di altre fonti di energia alternativa e rinnovabile e dei sistemi di accumulo ancora non sembra essere sufficiente per garantire una sicura indipendenza energetica.

Un blackout generalizzato potrebbe incombere sulla popolazione europea a causa di un mix di fattori quali: un eccesso di domanda, soprattutto nei mesi invernali, scarsità di scorte di gas, aumento dei costi dei combustibili ed infine l’obsolescenza di infrastrutture ed impianti.

Il fisico Aparo von Flue afferma che per ristabilire il funzionamento del sistema elettrico da un blackout totale ci potrebbero volere da 7 ai 14 giorni. Il territorio colpito sarebbe vastissimo e corrisponderebbe all’area sincrona continentale, chiamata UCTE, una rete elettrica che conta 30 paesi dell’Europa e del Nord Africa con circa 400 milioni di abitanti.

Quindi  quale strada da intraprendere con successo? Forse l’unica da percorrere è quella delle energie rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico, termodinamico ma hanno l’inconveniente di avere una produzione non costante nell’arco dell’anno e del giorno, dipendendo dall’irraggiamento solare. Inoltre occorrono sistemi di accumulo elettrico e termico che consentano di stoccare enormi quantità di energia da utilizzare quando serve.